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letters
Cara futura me,
è il 22 Novembre dell'anno 2020 e sono esattamente le ore 22:20...cazzo, iniziamo bene.
Ci sono tante cose che vorrei dirti, ma parto col dire che meriti, meriti e alcune volte devi imparare anche a pretendere, ma non a pretendere cose materiali o roba del genere, no, devi pretendere la tua felicità, devi pretendere di essere felice, di stare bene, di sentirti amata.
In questo periodo non mi sento molto amata, è un periodo un po' strano a dire il vero. Molto spesso mi sento sola, alcune volte vorrei fare qualcosa ma non c'è nulla che io possa fare. Vorrei partire, avere denaro sufficiente per essere indipendente, fare nuove esperienze, visitare nuovi luoghi, e soprattutto, vorrei essere ovunque, ma con lui. Lui mi manca, ora non è qui, ma è a più o meno 1100 km di distanza da me, e questi kilometri ultimamente stanno iniziando a pesare. Pesano su di noi, sulle nostre aspettative, a volte sui nostri progetti, sui nostri modi di fare e di pensare, e soprattutto, pesano su di lui. Lui è diverso, e a volte mi chiedo se per caso ci sia qualcosa che non vada in me, o se magari abbia smesso di provare per me quello che provava un tempo. E i dubbi iniziano a girare per la mia testa come uragani, fino a fare male, fino a sentire dolore.
Dolore, già, questa parola ultimamente me la porto appresso ovunque.
A volte, anzi, molto spesso, quasi sempre, mi capita di provare dolore, un dolore strano, non è dolore fisico, non sono ferite che si possono curare con dei semplici cerottini del cazzo, è un dolore particolare, uno che senti all'altezza del petto o alla bocca dello stomaco, alimentato da diverse emozioni negative.
È un dolore che non sopporto, mi fa sentire indifesa, debole, e a volte preferisco provare dolore fisico. È un po' come una droga, qualcuno direbbe che è sbagliato ma se provo dolore fisico, mi dimentico di quello che ho nel petto, almeno per un po', almeno fino a quando non è svanito l'effetto.
E a me va bene così.
Quando vedrai quelle cicatrici, tu sai che ti ricorderai di quei momenti in cui ti hanno fatto del male e hai fatto qualcosa per tamponare quel dolore.
Hai scritto una lettera di diario un giorno, quando ti sentivi sola, te la ricordi?
Era una sera in cui ti sei sentita messa da parte ancora una volta, per l'ennesima volta, e avevi bisogno di qualcuno, stavi piangendo, è stato brutto, te lo ricordi? Eppure hai potuto contare solo su te stessa in quel momento.
Non sto dicendo che non devi fidarti di nessuno, perché io, attualmente sto facendo fatica a fidarmi, ma ti dico di iniziare a pensare un po' di più a te.
Ho un sogno nel cassetto, tre giorni fa sono stata promossa con 0 fottuti errori a scuola guida, oggi ho ritirato il mio bellissimo foglio rosa e sono felice, si può dire così.
Voglio che realizzi i tuoi sogni, ci sei riuscita? Sei più felice?
Te lo chiedo io, quello che nessuno ti chiede mai: come stai?
Spero tu stia bene, e che questo periodo del cazzo per te sia finito.
In ogni caso, ricordati di sorridere, perché tu meriti.
Adesso devo andare, sono in videochiamata con lui e sono arrivate le 23:32, e cazzo, sta roba fa paura oh.
Epilogue
4 months laterCiao tesoro,
Ho riletto questa lettera ed è oggi il 14 Marzo del 2023, e sono le ore 11:06. Vedi, nessuna combinazione in questi numero sta volta, quindi nulla di...
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